Essere una volontaria vuol dire mettersi in gioco continuamente

Vi racconto la mia esperienza di volontaria presso la comunità Araba Fenice iniziata circa quattro mesi fa.

Non avevo mai fatto volontariato prima e non sapevo cosa mi aspettava. All’inizio non é stato facile ambientarsi, ero per le mamme e i ragazzi un’estranea; capire le dinamiche e soprattutto il mio ruolo all’interno di questo contesto non è stato semplice, ma con mia sorpresa, dopo i primi due “incontri”, le cose sono cambiate velocemente.

Essere una volontaria vuol dire mettersi in gioco continuamente: ci sono molte cose da fare e bisogna essere sempre pronti a dare il meglio di se, sia per i ragazzi e le loro mamme, sia per gli educatori che non possono badare a tutto.

Non ho degli incarichi prestabiliti, ogni volta cambiano in base al bisogno che si ha in comunità.

Un volontario ha dei “doveri” rispetto ai ragazzi che si incontrano in questo percorso, in quanto si crea un rapporto di confidenza e affetto, nel mio caso soprattutto con i bambini più piccoli della comunità perché con loro ho trascorso la maggior parte del tempo.

Sono felice di aver iniziato questa esperienza presso l’Araba Fenice perché in breve tempo mi ha dato modo di crescere e di mettermi alla prova in un contesto per certi versi difficile, dove tante storie e persone diverse si trovano a convivere ed iniziare un nuovo percorso insieme.

Sharon, volontaria