Il mio albero genealogico è fatto di tante persone a cui voglio bene: pensieri di un ragazzo in affido

La mia avventura con l’affido è iniziata tre anni fa, quando dopo aver vissuto in comunità a Brignano ho conosciuto la famiglia affidataria. Certo, non è stato facile all’inizio cambiare scuola, lasciare i miei compagni, ma con un po’ di fatica e tanti sorrisi ho conosciuto tante nuove persone sia a scuola che in oratorio (dove appena posso vado a fare quattro tiri al pallone!).

In famiglia poi ci ho messo un po’ a farmi conoscere (ero un po’ diffidente all’inizio) e ad esprimere i miei pensieri e sentimenti ma, insieme, nel caos delle chiacchiere quotidiane, ora anche io faccio bene la mia parte…; coi “ fratelli affidatari invece …giochi, coccole (soprattutto con l’ultimo arrivato) e anche sonori litigi, ma poi … noi sappiamo essere dei grandi alleati quando serve!

La cosa più importante e bella che mi è successa è che ho potuto scegliere io di fare il chierichetto.

Quando incontro la mia famiglia d’origine è bello, ma faccio un po’ fatica: adoro giocare tanto coi miei fratelli più grandi ma ho difficoltà a rispondere alle tante “domande” del mio papà.

Quest’anno un professore mi ha chiesto di fare l’albero genealogico della mia famiglia: dopo un po’ di preoccupazione che ho condiviso con tutti l’ho disegnato anche con la famiglia affidataria.

Ci sono voluti ben due fogli, ma il risultato è stato proprio bello: un albero grande e maestoso fatto di tanti nomi e persone a cui io voglio bene…; ecco mi viene in mente un’ultima cosa…io ora sono proprio come una foglia di un grande albero, composto da tanti rami ognuno dei quali mi dona tutta la “clorofilla” che può per aiutarmi a crescere!

Grazie di cuore per averci regalato queste bellissime righe.

Un ragazzo di 11 anni